Bearzot o Lippi: quale Italia è stata la più forte?
Il 9 e l’11 Luglio sono, senza ombra di dubbio due date indelebili nella mente sportiva di tutti gli italiani, due date legate a due grandi capitali Europee: Madrid nel primo caso e Berlino nel secondo.
Il riferimento è chiaramente alle vittorie ai mondiali di calcio di Spagna del 1982 e di Germania nel 2006. A 24 anni di distanza la nazionale azzurra riesce a tornare sul tetto del mondo, conquistando il quarto titolo della sua storia. Due formazioni, quelle allenate da Bearzot e Lippi che hanno segnato due generazioni di tifosi e di sportivi, raggiungendo un traguardo storico in maniera però del tutto differente. Ma quale delle due formazioni può considerarsi la migliore?
L’ITALIA DALLE DUE FACCE: SPAGNA ‘82
Nel primo mondiale della storia a 24 squadre (la precedente formula ne prevedeva solo 16), la nazionale azzurra si ritrova in un girone tutt’altro che facile insieme a Polonia, Perù e Camerun.
Nella partita inaugurale del girone, i ragazzi di Bearzot vengono bloccato, a Vigo, sullo 0-0 dalle aquile bianche di Boniek. Non va meglio nel secondo match contro il Perù, quando gli azzurri si vedono rimontare all’83’ il vantaggio firmato da Conti. Serve una vittoria, soprattutto per il morale, nell’ultima partita contro il Camerun, ma il goal del vantaggio di Graziani dura soltanto 60 secondi. Il risultato finale di 1-1 favorisce però gli azzurri, che a parità di punti e differenza reti vengono premiati per i goal segnati, 1 in più rispetto ai Leoni indomabili.
Nonostante il passaggio del turno, in Italia nessuno è in vena di festeggiare. Non solo per le deludenti prestazioni della compagine nazionale, ma anche in virtù della lunga striscia di polemiche legate al calcio-scommesse e alle scelte tecniche del CT, che avevano accompagnato gli azzurri già prima dell’inizio della competizione.
Il futuro non sembra essere dei più rosei, quando l’Italia approda al “mini girone” con Brasile e Argentina, non di certo avversari più facili di quelli incontrati nella fase precedente. Gli azzurri sembrano essere destinati ad un molto probabile ultimo posto, ma qui avviene la svolta. Nel pomeriggio del 29 Giugno, a Barcellona l’Italia rinasce, superando per 2-1 la terribile Argentina di Passarella, Kempes e Maradona, detentrice del titolo mondiale. Con la sconfitta dell’Albiceleste anche nella partita successiva, le sorti del Girone C si decidono tutte all’ultima giornata. Sempre nel capoluogo Catalano, Brasile ed Italia danno vita ad un match leggendario, che vede come indiscusso protagonista “Pablito” Rossi, autore di una tripletta. Gli uomini di Bearzot si qualificano, contro ogni aspettativa alle semifinali, che li vedono di nuovo contro la Polonia affrontata nella prima fase del mondiale. Anche in questo caso è Rossi a far da padrone della scena, segnando una doppietta, che porta gli azzurri in finale dopo 12 anni.
L’epilogo di questa incredibile cavalcata è ben noto. In finale l’Italia si impone a Madrid per 3-1 contro la Germania Ovest capitanata da Karl-Heinz Rummenigge. Il solito Paolo Rossi (capocannoniere del Mondiale), Tardelli (con la sua indelebile esultanza) e “Spillo” Altobelli portano Bearzot e gli italiani sul tetto del mondo nella notte dell’11 Luglio 1982.
L’ITALIA DELLA RIVALSA: GERMANIA 2006
Dopo le ingiustizie subite nel 2002 in Corea e lo scandalo Calciopoli che travolge il calcio italiano pochi mesi prima dell’inizio del mondiale, la Nazionale di Lippi arriva in Germania accompagnata da uno spirito di rivalsa e rivincita.
Già dal sorteggio il girone non sembra essere dei più semplici: Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca, tre squadre che possono nascondere più di un’insidia.
L’inizio però fa ben sperare: ad Hannover l’Italia liquida senza troppi pensieri Le Stelle Nere di Asamoah Gyan e Appiah grazie ad una rete per tempo di Pirlo e Iaquinta. Nella seconda partita del girone gli azzurri riescono però a complicarsi la vita pareggiando contro gli Stati Uniti. Dopo il vantaggio di Gilardino, nel giro di un minuto gli USA pareggiano grazie all’autogoal di Zaccardo, mentre De Rossi viene espulso per una gomitata a McBride.
Con la Repubblica Ceca di Nedved e compagni, ad Amburgo, si prefigura quindi una partita da dentro-fuori, con l’Italia costretta alla vittoria per ottenere il primo posto nel girone. Nonostante l’infortunio dopo pochi minuti di Alessandro Nesta, a cui subentrerà Materazzi, gli azzurri riescono ad imporsi per due a zero con le reti proprio del difensore interista e di Pippo Inzaghi dopo un iconico coast to coast con Marco Barone verso la porta difesa dal Peter Cech.
I ragazzi guidati da Marcello Lippi si qualificano quindi alle fasi finali del torneo, con la prospettiva di affrontare un tabellone non propriamente proibitivo perlomeno fino alle semifinali.
Agli ottavi è il turno dell’apparentemente agevole Australia di Cahill e compagni. Gli uomini guidati da un esperto Guus Hiddink, riescono a mettere in seria difficoltà la selezione azzurra, che nonostante l’espulsione di Materazzi, scoprono in questo momento il vero e proprio eroe del mondiale: Fabio Grosso. Il terzino del Palermo si procura infatti il rigore trasformato da Totti al 95’, che regala i quarti di finale agli azzurri.
Nel turno successivo è l’Ucraina di “Sheva” (al suo ultimo mondiale) ad affrontare l’Italia, che riesce a liquidare gli avversari con un netto 3-0 firmato da Zambrotta e una doppietta di Toni. Dopo 12 anni l’Italia torna ad affrontare una semifinale mondiale, dove troverà gli storici rivali della Germania padroni di casa.
La notte del 4 Luglio gli uomini di Lippi affrontano senza paura la corazzata tedesca in un match combattuto e non privo di emozioni. Ad un minuto dai calci di rigori ci pensa Fabio Grosso, servito magistralmente da Pirlo a imbucare Lehman con un meraviglioso tiro a giro sul secondo palo. Sbilanciata la formazione di Klinsmann subisce la rete dello 0-2 in contropiede sull’asse Gilardino-Del Piero. L’italia è in finale!
Dopo un’attesa lunga 24 anni, gli azzurri hanno la possibilità di sollevare la coppa più importante, ma per farlo deve battere la Francia dei fenomeni Henry, Zidane e Trezeguet. Nonostante l’avvio shock, con la rete trasformata su rigore da Zidane, gli azzurri riescono ad agguantare il pareggio grazie a Materazzi. Anche stavolta il match si protrae ai tempi regolamentari, dove a fare da protagonista è il fantasista dei blancos Zinedine Zidane, con l’ormai celeberrima testata a Marco Materazzi, che gli costa il rosso diretto. Nonostante la superiorità numerica, gli uomini di Lippi non riescono a chiudere il match andando quindi alla lotteria dei rigori. Qui il karma si riprende ciò che aveva dato a David Trezeguet in occasione della finale di Euro 2000, e l’attaccante juventino sbaglia il penalty. La firma sulla vittoria azzurra, manco a dirlo, arriva per mano di Grosso, che segnando il quinto rigore riporta l’Italia sul tetto del mondo per la quarta volta nella sua storia.
Quale delle due Italie sia stata la migliore è quindi veramente difficile da stabilire. Entrambe arrivavano ai mondiali sommerse da critiche e da scandali calcistici nazionali, ma mentre i ragazzi di Bearzot hanno faticato nella prima parte della competizione, regalando un incredibile exploit nella seconda, gli uomini di Lippi non hanno mai mostrato segni di cedimento (ad eccezione della piccola parentesi Statunitense). Entrambe le compagini inoltre annoveravano tra le proprie fila grandi campioni quali Zoff, Buffon, Bergomi, Cannavaro, Tardelli, Pirlo, Rossi, Totti e molti altri… Calciatori che hanno inevitabilmente segnato due generazioni di sportivi ai quali chiedere quale Italia è la migliore fra le due è come chiedere se si vuol più bene al papà o alla mamma.