Ecco perché la finale di Champions potrebbe deciderla il portiere del Liverpool
Chiedere una finale di Champions League diversa da Liverpool – Real Madrid era onestamente difficile. Ad affrontarsi, a Parigi, saranno due squadre dal cosiddetto pedigree europeo: i Blancos, con le loro 13 Champions League, sono la squadra che ne ha vinte di più in assoluto, mentre i Reds ne vantano addirittura 6, solo una in meno del Milan e al terzo posto della classifica generale, dietro appunto al Real e ai rossoneri. Insomma, si sfideranno due mostri sacri della competizione, che per conquistare il trofeo dovranno fare i conti anche e soprattutto con il passato.
Andiamo con ordine. Il 27 maggio del 1981 Liverpool e Real Madrid giocano al Parco dei Principi di Parigi la finale di Coppa dei Campioni. Vince il Liverpool 1-0, grazie a un gol di Alan Kennedy nei minuti finali. È il terzo trofeo iridato per i Reds, che a cavallo tra gli anni 70 e 80, dominavano in lungo e in largo a livello nazionale ed internazionale. Un precedente particolare, visto che proprio come in questa edizione, la finale si era disputata a Parigi.
Passano 37 e i due club di incontrano di nuovo in finale: è il 26 maggio del 2018 quando i Blancos, guidati da Zinedine Zidane, battono 3-1 i Reds e alzano al cielo la 13esima Champions League della loro storia. Un successo inaspettato, visto che si trattava della terza vittoria consecutiva del torneo, un’impresa che non era mai riuscita a nessuno da quando la competizione ha cambiato nome in Champions League.
E ora, il terzo scontro diretto. Una sfida apparentemente equilibrata sulla quale il Liverpool punta molto, sia per sigillare una stagione quasi perfetta, che li ha visti vincere Coppa di Lega e FA Cup e arrivare secondi in campionato, sia per vendicare la recente batosta, sempre in finale, contro il Real. Reds che però, dovranno tenere in considerazione un fatto importante: il ruolo del portiere.
Storicamente, infatti, il Liverpool vanta una stretta connessione tra le prestazioni dei suoi portieri e le finali di Champion League. Un dato quasi allarmante se lo si analizza nello specifico:
La finale del 1984 giocata allo stadio Olimpico di Roma contro la Roma, vide trionfare il Liverpool ai calci di rigore, grazie anche e soprattutto ai “spaghetti legs” di Bruce Grobbelaar. E cosa saranno mai, direte voi? Ebbene, durante i tiri dal dischetto della finale di quella stagione, l’estremo difensore dei Reds, prima di ogni rigore improvvisò una sorta di danza sulla linea di porta, che lo vedeva ondeggiare a destra e a sinistra, come se le sue gambe fossero appunto degli spaghetti. Una mossa che, si dice, avrebbe influenzato i giocatori della Roma che infatti calciarono alle stelle ben 2 rigori su 5, permettendo al Liverpool di vincere la coppa.
Il 25 maggio del 2005, nella più famosa finale di Istanbul, sempre contro una squadra italiana, l’estremo difensore del Liverpool torna ad essere protagonista. Questa volta parliamo di Jerzy Dudek, che grazie ai suoi movimenti di braccia e gambe e ai balli sulla linea di porta, fece sbagliare al Milan ben 3 rigori, regalando ai Reds la vittoria della finale di Champions League forse più assurda della storia: dopo essere stati sotto 3-0, gli uomini di Benitez recuperarono in appena 6 minuti, resistendo agli assalti del Milan e sfruttando l’inventiva di Dudek ai rigori per riportare il trofeo a Liverpool.
Infine, la celeberrima finale del 2018, proprio contro il Real Madrid. Anche questa volta il protagonista assoluto è il portiere del Liverpool: grazie a due papere clamorose, Karius diventa infatti il capro espiatorio dei Reds, che vedono trionfare gli spagnoli al termine di una partita intensissima. Prima il rinvio intercettato da Benzema, poi il tiro da lontanissimo di Bale che Karius si fa scappare dalle mani: i Blancos vincono 3-1, ma senza quegli erroracci, chissà come sarebbe potuta finire quella partita.
Alisson quindi dovrà stare attento: all’improvviso, il vero protagonista della stagione dei Reds potrebbe essere lui. Una finale con il Liverpool l’ha già giocata, nel 2019, ma fu talmente poco impegnato dal Tottenham che se non ci fosse stato, probabilmente nessuno l’avrebbe notato.
Questa volta sarà diverso, sia per i giocatori che scenderanno in campo, sia per la consapevolezza e la maturità sviluppata dalla squadra negli ultimi anni. Al netto di tutto però, come quando decise di segnare il gol di testa contro il WBA che permise al Liverpool di qualificarsi a questa edizione della Champions League, Alisson potrebbe davvero essere l’ago della bilancia di una finale che si preannuncia equilibratissima.
Tutto è pronto per Liverpool – Real Madrid, quindi: la voglia di vendetta di Salah, contro l’esperienza di Carlo Ancelotti. Il passato contro il presente. Il Real che non ha mai perso una finale di Champions League, contro il Liverpool che nel cielo di Parigi vuole alzare la coppa numero 7 della sua storia. Che vinca il migliore.