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I calciatori che hanno segnato di più dalla panchina

Serie A Operazione Nostalgia 10/10/2022

Talvolta può essere un’intuizione. Altre volte un colpo di fortuna. L’inalienabile ed essenziale condizione, però, rimane sempre e solo una: essere al momento giusto nel posto giusto. Ed è proprio a queste persone, a questi ragazzi, a questi giocatori che ci si affida per raddrizzare il corso delle partite, oppure per capitalizzare il risultato quando l’avversario è alle corde.

Come il giaguaro che sfinisce la malcapitata antilope, così il giocatore “giusto” che entra dalla panchina sa di essere decisivo per le sorti della propria squadra. Il numero sempre più crescente di sostituzioni ha inevitabilmente sviluppato nel corso del tempo un vero e proprio ruolo per il subentrato. Solitamente è un attaccante di esperienza, il quale è in grado di dare il meglio nelle code delle partite, facendo affidamento su talento ed istinto del gol.

Questo corso di specializzazione, per tutti noi, ha un professore che siede nella cattedra dei maestri del mestiere da più di venti anni: Julio Ricardo Cruz. Quando c’era da risolvere una partita, bastava dare uno sguardo in panca. El Jardinero, specialmente durante la sua esperienza con l’Inter, infatti, ha vestito al meglio i panni del bomber silenzioso che, nonostante la sarabanda di attaccanti che ha caratterizzato in quegli anni la quotidianità Pinetina, ha saputo mantenere costante il rendimento e – soprattutto – tenere sempre sulle proprie spalle la maglia numero 9. Con buona pace dei suoi colleghi. Anche se si chiamavano Adriano, Ibrahimovic o Crespo.

Ecco, dunque, qui di seguito la classifica dei quindici marcatori più prolifici dalla panchina nella storia della Serie A. Con buona pace di Luis Muriel (ci perdonerà) perché ci concentriamo sui calciatori non più in attività. L’auspicio sarà quello di riproporre questa graduatoria fra qualche anno e vedere cosa sarà stato in grado di combinare il colombiano.

  1. Nicola VENTOLA – 14 reti

Il bomber di Grumo Appula, dopo l’exploit con il Bari, viene acquistato dall’Inter di Moratti nell’estate del 1998 assieme ad Andrea Pirlo, astro nascente del Brescia. Sebbene i suoi colleghi si chiamino Ronaldo, Zamorano e Baggio, i numerosi infortuni che accumulano i compagni di squadra lo costringono a vestire i panni da titolare spesso e volentieri. E Ventola non sfigura affatto. Resta per anni in orbita-Inter, sebbene trovi maggiori soddisfazioni realizzative con la maglia dell’Atalanta, con cui disputa tre campionati. Lascia la Serie A nel 2009 dopo uno scialbo biennio al Torino per chiudere con il Novara.

  1. Maurizio GANZ – 15 reti

Passavano gli anni, ma il bomber di Tolmezzo non ha mai perso lo smalto. Anzi. Dopo aver esordito a diciotto anni in Serie A con la Sampdoria di Boskov, Ganz diventa uno dei bomber più prolifici della cadetteria. Prima nel Monza, poi nel Parma, finché nel 1991-92 trascina il Brescia alla promozione in Serie A con diciannove reti. In estate compie un “salto mortale”, dicendo sì agli eterni rivali dell’Atalanta, ma sarà la sua fortuna. All’Atleti Azzurri d’Italia segna con tale costanza da suscitare l’interesse dell’Inter nell’estate del 1995. È lì a Milano che trova la sua dimensione ideale, ma quando arriva Ronaldo lo spazio diminuisce sempre di più e così passa dall’altra parte del Naviglio per vestire la casacca del Milan. In rossonero dimostra di avere ancora molto da dire ed è una delle armi più affilate tra le mani di Zaccheroni: sono quasi tutti decisivi i gol realizzati da subentrato nel 1998-99, annata che sublima con il tricolore. Maurizio resta nella massima serie fino al 2004 quando segna gli ultimi gol in A con la maglia dell’Ancona.

  1. Alberto GILARDINO – 15 reti

Ha vissuto (tanti) alti e (pochi) bassi. Rialzandosi puntualmente dopo i periodi di difficoltà. D’altronde si parla di un campione d’Europa con l’Under 21 in Germania nel 2004. Il bis, due anni dopo, con la nazionale maggiore. Dovremmo più o meno ricordare tutti com’è andata a finire. Inevitabile che uno dei protagonisti non fosse Gilardino, uno dei bomber più prolifici della sua generazione, capace di segnare ininterrottamente in venti anni di carriera. Dopo gli esordi a Piacenza e la maturazione a Verona, esplode con la maglia del Parma: orfani di Adriano, i Ducali trovano in lui l’erede designato. Segna a raffica e nel 2005 dice sì al Milan. La sbornia del Mondiale e poi il periodo di flessione. Rinasce alla Fiorentina e per tre anni è il bomber della Viola. Nel 2011 vive un’annata storta e l’anno successivo rinasce di nuovo, stavolta a Bologna. Poi a Genova. L’esperienza in Cina e il ritorno a Palermo, prima di lasciare la Serie A con le maglie di Empoli e Pescara. Chiude la carriera in Serie B con lo Spezia.

  1. Sergio PELLISSIER – 15 reti

Il suo score è tutto “made in Chievo Verona”. È il simbolo per eccellenza dei Mussi Volanti, di cui detiene il record di presenze assoluto e il primato di reti in Serie A: ben 112. Quindici di queste sono state realizzate da subentrato: una condizione che si è manifestata prettamente durante la coda della sua carriera quando Sergio, nonostante fosse ormai sulla soglia dei quaranta, non ha voluto affatto saperne di smettere. Un attaccamento ai colori che non si è esaurito con le sue avventure dentro il campo e, anzi, il nuovo corso clivense deve a lui la sopravvivenza dopo il fallimento nell’estate del 2021. Ce ne fossero di più al mondo di Sergio Pellissier…

  1. Anselmo ROBBIATI – 15 reti

Eccolo Spadino che allaccia le sue iconiche Kronos gialle. È pronto per entrare e dare il suo contributo alla causa. Una pacca sulla spalla dal mister ed Anselmo Robbiati è pronto per entrare in campo e far sentire il suo peso. È una scena alla quale si è assistito spesso e volentieri durante la sua esperienza con la maglia della Fiorentina, durante la quale ha condiviso lo spogliatoio con campioni del calibro di Batistuta, Edmundo e Rui Costa. Con una simile concorrenza non è facile trovarsi dello spazio, eppure Anselmo è stato in grado di farsi apprezzare soprattutto durante i finali di partita, quando il suo sinistro ha fulminato per quindici volte il portiere avversario.

  1. Antonio CASSANO – 15 reti

È stato scritto tanto e forse troppo sul suo talento sprecato e sulle sue vicende che l’hanno accompagnato durante una carriera burrascosa dentro e fuori dal campo. Per nostra fortuna, dobbiamo limitarci ad osservare quel che FantAntonio è stato capace di fare sul campo. La sua prima e forse più iconica rete, infatti, è stata realizzata proprio da subentrante, in quel Bari-Inter del 18 dicembre 1999 quando – non ancora diciottenne – l’attaccante di Bari Vecchia ha impresso a caratteri cubitali il suo nome sul calcio italiano. Poi Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter e Parma. Una cassanata dietro l’altra, una magia dietro l’altra. Questo è stato, è e sarà Antonio Cassano.

  1. Marco DI VAIO – 16 reti

Occupa il ventinovesimo posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre nella massima serie e grazie alla lungimiranza di Zdenek Zeman che l’ha mandato in campo giovanissimo abbiamo potuto apprezzare per lunghissimo tempo il suo talento. Segna all’esordio in Serie A in un 5-1 fra Lazio e Padova per poi diventare uno dei simboli del ritorno “fra i grandi” della Salernitana dopo cinquant’anni. Lascia il segno con le casacche di Parma e Juventus e, dopo l’esperienza all’estero con Valencia e Monaco, ritorna in Serie A al Genoa. Poi, nel 2008 l’arrivo al Bologna con cui vive una stagione-monstre, durante la quale contende il titolo di capocannoniere a Zlatan Ibrahimovic. Resta nella Città Dotta fino al 2012 andando sempre in doppia cifra, prima del trasferimento in Canada dove chiude la carriera con il Montreal Impact.

  1. Nicola AMORUSO – 17 reti

Nicky è il globetrotter per eccellenza della Serie A: ha vestito tredici maglie diverse, andando a segno con dodici di esse. È un primato assoluto, condiviso con Marco Borriello. Ma a differenza del bomber campano, il ragazzo di Cerignola si è rivelato uno degli attaccanti più decisivi a partita in corso. Dopo l’inizio con la Sampdoria, Amoruso esplode letteralmente nell’annata vissuta con il Padova: segna così tanto che, a fine stagione, arriva la chiamata della Juventus. Insieme a Christian Vieri forma un’inedita ed inattesa coppia d’attacco, capace di trascinare la Vecchia Signora allo Scudetto e alla sfortunata finale di Champions League persa con il Borussia Dortmund. Dopo le esperienze con Napoli, Perugia, Como, Modena e Messina, compie il suo capolavoro a trentadue anni con la maglia della Reggina: insieme a Rolando Bianchi forma un tandem incredibilmente prolifico che trascina gli amaranto ad un’incredibile salvezza, tanto da essere premiato a fine anno – assieme ai suoi compagni di squadra – con la cittadinanza onoraria della Città dello Stretto.

  1. Julio Ricardo CRUZ – 18 reti

È lui la speranza alla quale si sono aggrappati spesso e volentieri i tifosi dell’Inter per vedere sovvertiti gli esiti di una partita difficile. E come spesso gli è accaduto, Julio non ha tradito le aspettative, rivelandosi decisivo spesso e volentieri. Contro le “grandi” o contro le “piccole” non faceva differenza: El Jardinero sapeva soltanto buttar la palla in fondo al sacco. Forse non aveva l’appeal di attaccanti dal nome più altisonante, ma i tecnici nerazzurri che si sono succeduti in panchina sapevano di potersi concedere un lusso potendo fare affidamento su un bomber come lui a partita in corso. Prima dell’Inter è il Bologna a portarlo in Serie A, prelevandolo dal Feyenoord nell’estate del 2000 e dopo i tre anni al Renato Dall’Ara, l’argentino ha chiuso la carriera con la maglia della Lazio nell’anno del Triplete. E immaginiamo che anche lui, siamo ben certi, abbia esultato assieme ai suoi ex compagni di squadra.

  1. Vincenzo IAQUINTA – 18 reti

Lavorare, correre e sudare. Condendo il tutto con l’umiltà che l’ha sempre contraddistinto. Vincenzo Iaquinta si è affacciato alla Serie A all’età di ventuno anni dopo un biennio al Castel di Sangro. Arriva all’Udinese da perfetto “Signor Nessuno” e, invece, l’attaccante calabrese dimostra di avere dalla sua un repertorio tecnico da far invidia ai titolari di quella stagione. Inizia a farsi strada pian piano, salendo gradualmente nelle gerarchie dell’attacco friulano. Diventa un punto di riferimento per la formazione bianconera che vive i fasti della Champions League, tanto da finire nell’elenco dei ventitré che Marcello Lippi vuole con sé nella spedizione in Germania del 2006. Dopo aver alzato la Coppa del Mondo arriva alla Juventus che vuol tornare nell’Olimpo del calcio italiano. Vede soltanto nascere la formazione che domina il campionato negli anni ’10, proprio quando segna la sua ultima rete da professionista con la maglia del Cesena.

  1. Vincenzo MONTELLA – 18 reti

La sua ascesa è vertiginosa, inarrestabile. L’attaccante campano fa meraviglie in Serie C1 con l’Empoli e il Genoa, appena retrocesso dalla Serie A dopo lo spareggio con il Padova, gli affida la maglia da titolare per puntare alla promozione. Seppur il Grifone non centri l’obiettivo, il suo nome finisce ventuno volte sul tabellino dei marcatori e segna una rete a Wembley nel 5-2 sul Port Vale che vale il successo nella Coppa Anglo-Italiana. Nell’estate del 1996 resta a Genova, ma cambia colori: con la Sampdoria suggella il miglior esordio assoluto per un italiano nella massima serie, segnando ventidue gol in ventotto partite. Dopo tre campionati e con il Doria retrocesso, sposa la causa della Roma ed assieme a Totti e Batistuta forma uno dei tridenti più devastanti nella storia dei giallorossi. Nel 2001, infatti, giunge il tanto sospirato Scudetto nell’annata “bollente” con Capello in panchina. È nel 2005 che vive la sua miglior stagione nell’annata più sofferta nella storia recente della Roma.

  1. Mirko VUCINIC – 18 reti

Curiosamente è proprio il montenegrino ad ereditare la maglia numero 9 dall’Aeroplanino. Dopo un anno di convivenza, Mirko dimostra a Spalletti di meritare la sua fiducia, confermando come le stagioni di Lecce non siano state soltanto una casualità. In giallorosso Vucinic mette in mostra tutto il suo repertorio fatto di tecnica, talento e potenza, rivelandosi come uno dei più estrosi nell’interpretazione del ruolo di attaccante. Dopo un quinquennio alla Roma, Vucinic approda alla corte della Juventus dove diventa uno dei protagonisti della corazzata guidata da Antonio Conte: vince tre Scudetti in altrettante stagioni, prima di terminare la sua carriera negli Emirati Arabi Uniti nell’Al-Jazira.

  1. Alessandro DEL PIERO – 19 reti

Una bandiera che non verrà mai ammainata quella di Pinturicchio. Dopo a Platini e Baggio, eredita la maglia numero 10 e fa la storia della Vecchia Signora con una carriera memorabile. Approda giovanissimo a Torino dopo aver messo in mostra il suo sconfinato talento con la maglia del Padova. Celebra il suo primo gol in Serie A alla seconda apparizione, fissando il risultato sul 4-0 nel match del settembre 1993 contro la Reggiana dopo esser subentrato a Fabrizio Ravanelli. Chiude la prima stagione con la tripletta al Parma e i tifosi della Juventus iniziano ad avere la sensazione di aver trovato il degno erede del Divin Codino. Esplode letteralmente nella stagione successiva con Marcello Lippi in panchina, terminando l’annata con lo Scudetto che torna a Torino dopo nove anni. Poi, in mezzo, una carriera immensa, condita da Scudetti, Champions League e la mitica Coppa Intercontinentale conquistata a Tokyo grazie una sua magia. Poi il campionato del Mondo e la discesa in Serie B, la rinascita e l’inseguimento di successi che, di fatto, lo pongono nel Pantheon degli indimenticabili in maglia bianconera.

  1. Giampaolo PAZZINI – 22 reti

Il Pazzo inizia da giovanissimo a dimostrare di che pasta sia fatto. Cresce nel settore giovanile dell’Atalanta, con cui debutta da professionista nel 2003-04, nella stagione che si conclude con la promozione in Serie A. Anche nella massima serie l’attaccante toscano non mostra timori reverenziali e si fa notare con tre reti in dodici uscite che, nel mese di gennaio, convincono la Fiorentina ad ingaggiarlo. Dopo l’avventura viola, ecco la Sampdoria che lo acquista nel gennaio del 2009: lì incontra Cassano e con il talento barese torna a splendere dopo un periodo di appannamento, segnando gol a raffica. È uno specialista nei cambi di maglia a stagione in corso, tant’è che dopo due anni è l’Inter di Leonardo a volerlo a sé per fondare il dopo-Benitez. Con i nerazzurri resta diciotto mesi, prima di approdare ai cugini del Milan con cui segna quindici reti nella prima stagione. Il suo rendimento decade pian piano, così come quello del Diavolo. Decide così di sposare la causa del Verona, club con cui conclude la carriera all’età di trentasei anni.

  1. Alessandro MATRI – 25 reti

Eccolo il re dei bomber da subentrato. Quando c’è una partita da riaggiustare non serve chiamare Superman: basta chiedere ad Alessandro Matri di levare la pettorina e far ciò che sa far meglio. Ossia, segnare. Dopo anni di praticantato, approda in pianta stabile in Serie A nel 2007, quando il Cagliari lo preleva dal Rimini. In Sardegna trova l’ambiente ideale per crescere, finché nel 2009-10 completa il suo processo di maturazione ed è il principale baluardo d’attacco dei rossoblù. Esplode in maniera definitiva l’anno successivo, dividendo la sua stagione fra Casteddu e Juventus che lo acquista a gennaio: segna venti reti in campionato (undici a Cagliari, nove a Torino) ed esordisce anche in Nazionale. Dopo il primo triennio bianconero, durante il quale viene spesso impiegato a partita in corso, inizia il suo giro d’Italia fra Milan, Fiorentina, Genoa, ancora Juve, poi Lazio e Sassuolo. Dice basta al calcio giocato nel 2020 dopo un’infelice parentesi al Brescia che, comunque, non gli leva dalle mani lo scettro di miglior marcatore di sempre della Serie A italiana da subentrante.

 


Operazione Nostalgia

Operazione Nostalgia si caratterizza per una narrazione nostalgica e romantica del calcio italiano tra gli anni '80 e gli anni 2000, decenni di cui ripercorre i momenti salienti e racconta le storie dei personaggi più iconici e curiosi.

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