La vera storia della FA Cup rubata dai Peaky Blinders
“Take that cup, by the order of the Peaky Blinders.”
Non sappiamo se siano state queste le parole utilizzate dai membri della celebre gang criminale di Birmingham per compiere uno dei furti più famosi della storia dell’Inghilterra e del football d’oltremanica, ma quantomeno, a distanza di 120 anni, possiamo provare a ricostruire il percorso compiuto dal trofeo della FA Cup conquistato dall’Aston Villa nel 1895.
Riavvolgiamo il nastro di oltre un secolo. La finale della Coppa d’Inghilterra della stagione 1894-1895, fu giocata a Selhurst Park (casa del Crystal Palace) il pomeriggio del 20 aprile del 1895. Ad affrontarsi, in un inedito derby, furono due club con sede nella celebre Second City inglese, ovvero Aston Villa e West Bromwich Albion. In quell’occasione, i Villans non solo riuscirono a conquistare il trofeo, ma stabilirono un record rimasto poi imbattuto per 114 anni, per il gol più veloce mai realizzato in una finale nella storia della competizione.
Assicuratosi la FA Cup per la seconda volta nel corso della sua ancor breve esistenza, l’Aston Villa prese una decisione alquanto singolare: mettere in mostra il trofeo. Come? Esponendolo in bella vista nella vetrina di un negozio sportivo dell’epoca, il William Shillcock su Newtown Row, una strada che collega il centro di Birmingham con Witton, quartiere nel quale sorge il Villa Park.
In assenza di sistemi d’allarme, telecamere di video sorveglianza e tecnologia, il club dovette fare i conti, di lì a poco, con la criminalità. Nella notte tra il 10 e l’11 settembre dello stesso anno, un gruppo di ladri entrò nel negozio, rubò il trofeo e lo fece sparire senza lasciare alcuna traccia. La mattina seguente, scoperto l’inghippo, il proprietario dello shop tappezzò la città di annunci per cercare di recuperare quell’oggetto così piccolo ma così importante, non solo per la sua reputazione ma per il bene dell’Aston Villa stesso.
A nulla servirono gli sforzi di polizia e addetti ai lavori nella ricerca del trofeo perduto. Come ricompensa fu stabilita la somma di 10 sterline, che potrà pure sembrare irrisoria ma che ai tempi, vi assicuriamo, valeva anche di più di uno stipendio mensile per alcune famiglie. Qualche giorno dopo, il caso fu definitivamente chiuso: la FA Cup era stata rubata da alcuni ladri (e fin qui ci siamo) che l’avevano distrutta per ricavarne della monete, da riutilizzare e riciclare poi nei loro affari. L’Aston Villa chiese alla federazione di rifabbricare la coppa, così da poterla esporre nella propria bacheca e ottenne un finanziamento di 25 sterline per provvedere in autonomia alla riproduzione.
Il dubbio, però, rimase. Chi diavolo si era impossessato di quella coppa? Il primo a rivendicare il furto su Harry Burge, un criminale famoso dell’epoca, che aveva passato quasi 50 anni della sua vita in carcere. Fu lui stesso ad ammettere di aver rubato il trofeo, ma in poco, pochissimo tempo, si capì che si trattava di una messa in scena: Burge raccontò di essere entrato dalla porta sul retro, quando invece la polizia aveva appurato che i ladri si erano intrufolati nel negozio grazie a un buco nel tetto.
Qualche decina di anni dopo, a parlare a proposito di quel furto fu Violet Stait, moglie di Jack Stait, a sua volta figlio di John ‘Stosher’ Stait, anch’esso celebre all’epoca per essere un criminale efferato e membro dei Peaky Blinders, organizzazione malavitosa che operava tra Birmingham e Londra già dalla fine del 1800. Fu lei (e in seguito suo figlio) a confermare che il marito Jack le aveva confessato il furto commesso dal padre. Con ancor maggiore accuratezza, a spiegare l’accaduto è stato Valentine Smith, pro nipote di Stosher, che grazie alle testimonianze raccolte in tutti questi anni all’interno del nucleo familiare, è riuscito a ricostruire a grandi linee l’accaduto.
“Era un giovane membro dei Peaky Blinders. Quello fu probabilmente uno dei suoi primi furti, anche se i miei nonni, con i quali ho avuto la fortuna di parlare, mi hanno raccontato che ai tempi le gang non erano così glamour come vengono mostrate oggi in TV”.
A conferma delle parole del Sig. Smith, ci sono ovviamente le indagini svolte dalla polizia in un secondo momento e il commento di alcuni esperti di micro criminalità e delle sottoculture che all’epoca si erano prese il controllo di tutta Birmingham. I Peaky Blinders, almeno all’inizio, erano un semplice gruppo di ladruncoli, diventati poi una gang di tutto rispetto grazie agli affari, al riciclaggio e al traffico di alcol e armi. Abbiamo la certezza che John “Stosher” Stait ne fosse membro in quanto era conosciuto dalla polizia per altri azioni illegali compiute all’epoca ed è quindi verosimile che, come da lui stesso rivelato alla moglie, sia stato il protagonista principale del furto della FA Cup del 1895.
Ad oggi quel trofeo è l’unico a non essere mai stato rinvenuto, tanto che quello esposto in bacheca dall’Aston Villa è una copia fedele riprodotta solo in un secondo momento.