Perché la Coppa Italia non sarà mai come la Fa Cup
La Coppa Italia è una delle peggiori competizioni esistenti sul pianeta terra, per come è concepita e gestita. Questo è più o meno il pensiero della quasi totalità di tifosi e appassionati di calcio, che per un motivo o per l’altro, sono obbligati a “godersi” da vicino il torneo e seguirne le sorti. In questi anni si è parlato davvero a lungo del format della Coppa Italia, sono state dette tantissime cose, scritti centinaia di articoli e interpellate decine di persone, ma nel concreto è cambiato poco o nulla. Anzi, più la si guarda e più questa competizione sembra non avere senso.
Le big che entrano agli ottavi e giocano sistematicamente tra le mura amiche il proprio turno, spesso in impianti semivuoti. Match giocati ad orari improponibili. Squadre che fanno turnover insensati e giocatori che scendono in campo totalmente svogliati. Non c’è praticamente nulla di buono e come riferimento viene spesso presa in considerazione la FA Cup, ovvero la Coppa d’Inghilterra, gestita con regole totalmente diverse.
Oltremanica la competizione prevede l’inclusione di più di 700 squadre ogni anno, che giocano tra loro i primi turni già all’inizio di agosto. Si parte dalle leghe dilettantistiche più basse della piramide del calcio inglese, fino ad arrivare all’inserimento dei club di Premier che giocano rigorosamente il primo sabato dell’anno. I sorteggi sono integrali, non viene stabilito chi gioca in casa in base al ranking, mentre le partite vengono spesso giocate nel weekend, obbligando addirittura i campionati a fermarsi. Capita spesso di vedere squadre non ancora professionistiche battere club ben più quotati o squadra di due o tre categorie inferiori all’avversario dare battaglia e strappare magari una vittoria insperata. Gli stadi sono pieni (o quasi), l’attenzione mediatica a livello nazionale e internazionale è enorme, il prodotto viene venduto a cifre record, nonostante sia solo una coppa nazionale.
Altri paesi, sebbene con modifiche evidenti, hanno preso spunto dagli inglesi, ma la domanda che si fanno tutti è: quand’è che avremmo una Coppa Italia in stile FA Cup in Italia?
La risposta è probabilmente mai. E i motivi principali sono due:
1) Gli stadi non sono a norma. Pochi anni fa abbiamo visto l’Alessandria tentare il colpaccio in Coppa Italia, arrivando a giocarsi la semifinale con il Milan. Una cavalcata che aveva fatto notizia ma che aveva visto il piccolo club lombardo giocare contro i rossoneri allo stadio Olimpico di Torino e non al Moccagatta. Perché? In Italia la maggioranza degli stadi non sono a norma oppure omologati ad ospitare eventi di questo tipo. Un impedimento che obbliga i club più piccoli a sostenere spese ulteriori per viaggiare in città vicine e costi che in alcuni casi non sono sostenibili.
Giocare in uno stadio a norma è sempre possibile, ma di fatto leva tutta quella magia ed atmosfera che rendono la FA Cup unica al mondo, come nel caso del Tottenham, che due anni fa ha giocato in casa del Marine, squadra di ottava divisione.
2) Non c’è la volontà di cambiare
- Il format della Coppa Italia prevede solamente il coinvolgimento di qualche squadra di Serie C, poi solo squadre di Serie B e Serie A.
- I turni vengono spesso giocati alle 15 di un giorno feriale, con la stragrande maggioranza di tifosi o appassionati impegnati a lavoro o nello studio e quindi impossibilitati e seguire il match.
- Gli stadi sono spesso vuoti e rendono così il prodotto poco appetibile per chi ne vorrebbe acquistare i diritti (e qui si dovrebbe aprire una grande parentesi sul perché gli stadi sono spesso vuoti).
E nessuno fa niente per risolvere queste problematiche, preferendo incassare soldi facendo giocare partite in Arabia o far disputare i match in casa alle big perché “garantiscono” ascolti tv. Sono ormai anni che la questione è sul tavolo della Federazione e della Lega, ma stagione dopo stagione, la situazione continua soltanto a peggiorare.
Ma in ogni caso, se si trovasse la volontà, il paese e il sistema sono rimasti troppo indietro per cambiare la situazione: pur volendo introdurre un nuovo format, ci si scontrerebbe subito con il problema numero uno di questa mini lista, senza considerare il fatto che spostare troppe partite o fare un sorteggio integrale con il rischio che il Milan sfidi il Tolmezzo fuori casa, comporterebbe spese probabilmente maggiori di quelle che si incassano, perché ormai il prodotto ha un suo storico e i suoi diritti vengono venduto per una miseria (o addirittura restano invenduti).
Quindi mettiamocela pure via: in Italia non avremo mai una competizione come la FA Cup. Potremmo sicuramente migliorarla, i passi da fare sono talmente grandi da non essere sostenibili.