Quando Aimar, Milito e D’Alessandro retrocessero in Serie B
Immaginate di prepararvi per un grande evento. Tutto dev’essere al posto giusto, mai farsi cogliere di sorpresa. E nel qual caso ciò accada, gestire le criticità. Pianificare e programmare per farsi trovare al meglio. E quando tutto sembra essere in ordine, immancabile, ecco l’imprevisto che – in quanto tale – ci fa saltare i piani.
E in un’ottica di compassione e immancabile comprensione, ecco cosa può esser successo più o meno a quel Real Saragozza che ha affrontato l’edizione 2007-08 della Liga. Quel che è accaduto alla squadra aragonese, infatti, può essere annoverato più nell’ambito dell’improbabile e impronosticabile che in una semplice carenza tecnica. Un pensiero, quest’ultimo, che neanche può sfiorarci, andando a vedere l’arsenale di talenti a disposizione del Real Saragozza nell’annata immediatamente successiva alla qualificazione in Coppa UEFA.
Forse è stata proprio la partecipazione alle coppe europee ad aver fiaccato le energie degli aragonesi durante il campionato, seppur in attacco vantasse un tandem di marcatori capace di realizzare trentatré reti. Entrambi sono due vecchie (e future) conoscenze del campionato italiano, avendo militato rispettivamente con Milan e Genoa: Ricardo Oliveira e Diego Milito. Sebbene il brasiliano abbia dimostrato di avere ancora il vizio del gol, dopo la sfortunata parentesi rossonera, mettendo a referto ben diciotto reti, mentre l’argentino si sia fermato “soltanto” a quindici, il Real Saragozza ha dovuto subire l’onta della retrocessione in Liga 2 per effetto del diciottesimo posto finale.
A tanto talento, però, non si rileva una sufficiente rispondenza di risultati e nei progetti della dirigenza, nonostante in panchina sia stato confermato Victor Fernandez, un mito da quelle parti, il cui ritorno ha coinciso proprio con la qualificazione in UEFA dopo aver portato la squadra ad aggiudicarsi la Coppa delle Coppe sull’Arsenal. È tutto un vorrei ma non posso, o un vero e proprio casotto. Fatto sta che nel marasma generale si alternano ben quattro trainer, fra cui anche Javier Irureta (primo e unico firmatario dell’era del SuperDepor) che chiude proprio con il Real Saragozza la sua esperienza da allenatore.
Eppure, siam ben certi che ognuno di noi ha disputato con la squadra biancoblu la propria stagione sui videogame manageriali dell’epoca, forti di cotanta tecnica a disposizione. E oggi che è il compleanno del Payaso, al secolo Pablo Cesar Aimar, diamo un’occhiata alla rosa degli aragonesi. Ci sono nomi da stropicciarsi gli occhi: dallo stesso Aimar a D’Alessandro, da Milito a Matuzalem, passando per Ayala e Luccin. Senza dimenticare Juanfran e Zapater. Insomma, ecco qui i protagonisti del Real Saragozza 2007-08.
- CESAR SANCHEZ Dominguez
L’esperto portiere ex Real Valladolid e Real Madrid difende i pali dell’Estadio de la Romareda ormai dal 2005. Sebbene vanti più di trecento presenze nei tornei professionistici, non può granché dietro alla sua difesa-colabrodo, tanto da ritrovarsi costretto a raccogliere quasi sessanta palloni in fondo al sacco. Non certo il migliore dei commiati dal pubblico aragonese. Prosegue poi con Tottenham Hotspur, Valencia e infine Villarreal, dove chiude la carriera nel 2012 a quasi quarantuno anni.
- Carlos Andres DIOGO
Il terzino destro uruguaiano viene prelevato dal Real Madrid nel 2005 quando milita nel River Plate. In molti vedono in lui il cursore del futuro della Celeste e, invece, l’esperienza al Santiago Bernabeu lo ridimensiona. Per questo, la Casa Blanca decide di mandarlo in prestito al Real Saragozza. E proprio con gli aragonesi, Diogo dimostra di aver le carte giuste per distinguersi dai colleghi: i biancoblu lo acquistano a titolo definitivo dopo trenta presenze e quattro reti, ma l’annata della conferma dopo il rilancio finisce con la retrocessione in Liga 2. Lascia il Real Saragozza nel 2011 dopo oltre 130 presenze per poi tornarvi nel 2014-15 e terminare la sua carriera da professionista.
- Javier PAREDES Arango
Nasce terzino, ma è uno degli elementi più versatili nello scacchiere del Real Saragozza. Colleziona ventitré gettoni durante la stagione, ma l’ex Real Oviedo e Getafe non riesce a dare una mano efficace per evitare la retrocessione. Resta in Aragona fino al 2014, quando saluta La Romareda dopo oltre 150 partite in campionato per poi chiudere la carriera tra Albacete ed Ebro tre anni dopo.
- Luis Carlos CUARTERO
Nella sua carriera da professionista non veste altri colori se non il bianco e il blu del Saragozza. Prima nelle selezioni giovanili, finché debutta in prima squadra nel 1993 all’età di diciotto anni. E resta lì come un faro della difesa e con la fascia di capitano al braccio fino alla data del suo ritiro, avvenuto nel 2009 a trentaquattro anni dopo oltre 200 presenze collezionate in tutte le competizioni, con una Coppa delle Coppe, due Coppe di Spagna, una Supercoppa spagnola e un titolo europeo con l’Under 21 della Spagna nel 1998.
- OSCAR Javier Gonzalez
È uno dei giocatori più rappresentativi nella storia del Real Valladolid, squadra da cui Los Blanquillos lo acquistano nel 2004, dopo una stagione-mostre da dieci reti in trentuno partite. D’altronde, è un centrocampista con il vizio del gol e ne segna ben quindici nelle quattro stagioni vissute a La Romareda. Dopo la retrocessione, Oscar viene ceduto all’Olympiakos dove disputa due campionati, prima di tornare a vestire la casacca biancoviola e ritirarsi nel 2017 a trentacinque anni.
- Roberto Fabian AYALA
Nonostante abbia un contratto fra le mani già firmato con il Villarreal, nell’estate del 2007 l’ex difensore di Napoli e Milan paga una penale di sei milioni di euro per rescindere anticipatamente il contratto ed accasarsi al Real Saragozza dove giocano molti suoi connazionali. Il tecnico Fernandez punta molto sulla sua esperienza, ma la sua avventura in Aragona non va secondo i piani. Matura, infatti, la retrocessione e dopo un campionato e mezzo fra i cadetti, rescinde anche questo accordo per tornare in patria e vestire i colori del Racing Avellaneda.
- Peter LUCCIN
Il centrocampista francese si appresta a vivere la sua sesta annata in Spagna. Dopo aver vissuto le esperienze con le maglie di Celta Vigo ed Atletico Madrid, nell’estate del 2007 Los Leones versano quasi tre milioni di euro nelle casse dei Colchoneros per aggiudicarselo. La sua esperienza sarà importante anche in campo internazionale. Tuttavia, l’esperienza aragonese di Luccin non brilla particolarmente e dopo un’annata in prestito al Racing Santander, finisce fuori dai radar del Real Saragozza, restando praticamente inattivo per due anni.
- Pablo Cesar AIMAR
È il fiore all’occhiello nel centrocampo del Real Saragozza. Dopo un quinquennio al Valencia dove ha dimostrato buona parte del suo talento, Aimar approda in Aragona nel 2006 dopo aver partecipato allo sfortunato Mondiale tedesco con l’Argentina. El Payaso porta in dote ai Blanquillos un carico d’esperienza internazionale e talento niente male, tant’è che il primo anno brilla come tutta la squadra, centrando il sesto posto che vale la qualificazione in Coppa UEFA. Nel suo secondo anno, invece, Aimar incappa nella stagione storta della squadra, collezionando soltanto ventidue presenze prima di salutare per approdare al Benfica, dove vivrà una seconda giovinezza.
- SERGIO GARCIA de la Fuente
Indossa il numero 9 sulle spalle, ma Sergio Garcia non si farà certo ricordare per la sua incisività in area di rigore. Almeno in quella de La Romareda. L’attaccante, infatti, brilla più in fase di rifinitura, assistendo i colleghi dal dente avvelenato per segnare gol decisivi. Nella stagione in esame, colleziona soltanto quattro gol in trentatré uscite e seppur complessivamente siano solo quattordici le marcature realizzate nel triennio aragonese, il prodotto della cantera del Barcellona viene acquistato dal Real Betis a fine stagione per ben dieci milioni di euro.
- Andres Nicolas D’ALESSANDRO
Il fantasista argentino cerca di riscattarsi dopo le poco edificanti esperienze con il Wolfsburg e il Portsmouth. È l’unico che riesce a divertire Maradona quando guarda una partita di calcio e, pur per brevi sprazzi, anche i tifosi de La Romareda rivedono il D’Alessandro che aveva incantato El Monumental in maglia biancorossa. La sua esperienza aragonese dura un anno e mezzo: dopo la qualificazione in Coppa UEFA e un ottimo campionato, nel mese di gennaio 2008 lascia la nave prima del naufragio per ritornare in Argentina e sposare la causa del San Lorenzo, prima di trovare la sua dimensione con la maglia dei brasiliani dell’Internacional di Porto Alegre.
- JUANFRAN Juan Francisco Garcia
Il Real Saragozza lo riporta in Spagna dopo uno sfortunato biennio trascorso tra Besiktas ed Ajax. Nel 2006 l’esterno torna a casa e dà una cospicua mano agli aragonesi per conquistare la qualificazione alla Coppa UEFA, tuttavia l’anno successivo viene coinvolto nella generale involuzione della squadra, non riuscendo ad impedire la retrocessione in Segunda Division, nonostante le sue ventinove presenze. Passa poi all’AEK Atene prima di tornare di nuovo in Spagna e finire la carriera con il Levante.
- RICARDO OLIVEIRA Dognella
L’esperienza a Milano sulla sponda rossonera del Naviglio è andata male come peggio non poteva. Il brasiliano, ingaggiato per non far rimpiangere Shevchenko, segna la miseria di tre reti e quando si palesa la prospettiva di “sbarazzarsene”, la dirigenza non fa moine. Ricardo Oliveira, così, torna in Spagna per la seconda volta dopo le ottime esperienze con Valencia e Real Betis. In coppia con Milito, l’attaccante brasiliano ritrova la via del gol, lì dove l’aveva lasciata. Infatti, dopo le ventidue marcature in Liga con i sivigliani, Ricardo Oliveira va a segno diciotto volte. Tuttavia, non sono sufficienti per garantire la permanenza in massima serie. Dopo sei mesi in Segunda Division, l’attaccante torna per sei mesi al Betis per la sua ultima esperienza europea.
- GABI Gabriel Fernandez Arena
Sebbene la sua carriera sia particolarmente legata ai colori dell’Atletico Madrid, il centrocampista lascia un segno profondo del suo passaggio anche all’Estadio de la Romareda. Gabi, infatti, viene coinvolto nell’annata storta della retrocessione in Liga 2, ma rimane in terra d’Aragona e contribuisce fattivamente all’immediato ritorno della sua squadra nella massima divisione. Resta al Real Saragozza fino al 2011, quando fa poi ritorno ai Colchoneros, vestendo la fascia da capitano nel periodo più brillante della storia del sodalizio madrileno.
- Francisco PAVON
Il difensore è cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, all’ombra di un monumento come Hierro. Riesce a trovare spazio fra i Galacticos, accumulando oltre cento presenze in Liga nell’arco di sei anni, ma quando lo spazio per lui diminuisce sempre di più è costretto ad accettare la corte del Real Saragozza. La sua esperienza in Aragona non inizia al meglio: nella stagione in esame, infatti, mette insieme la miseria di otto presenze. Successivamente sarà uno degli elementi su cui Los Leones costruiscono il loro ritorno in massima divisione.
- Albert CELADES
Il centrocampista catalano è uno degli elementi di maggiore esperienza a disposizione del tecnico aragonese. È uno dei pochi calciatori a poter vantare esperienze con le maglie di Barcellona e Real Madrid e quando approda a La Romareda ha dalla sua anche un’annata in Francia con il Bordeaux. Firma con i Blanquillos nel 2005 e resta fino all’annata della retrocessione, prima di terminare la sua carriera oltreoceano con la maglia dei New York Red Bulls.
- David GENERELO Miranda
Torna all’ovile proprio nel 2007 dopo l’esperienza in prestito al Gimnastic Tarragona, ma è un’annata davvero storta e non riesce a dare un contributo per evitare la retrocessione in Segunda Division. È un centrocampista cresciuto proprio nella cantera aragonese, ma dopo l’annata fra i cadetti viene ceduto definitivamente all’Elche, diventandone un pilastro e collezionando oltre cento presenze con la casacca biancoverde, prima di concludere la sua carriera tra Mallorca e Real Oviedo.
- Francelino MATUZALEM da Silva
Il mastino brasiliano approda al Real Saragozza dopo aver mosso i primi passi nel campionato italiano con Napoli, Piacenza e Brescia. Nel 2004 accetta l’offerta dello Shakhtar Donetsk dove diventa un elemento fondamentale nello scacchiere di mister Lucescu. Dopo il triennio in Ucraina, nel 2007 si accasa in Aragona ed è uno dei colpi di mercato più importanti dei Blanquillos. Che sia un’annata storta lo si evince dall’infortunio che colpisce il mediano carioca: scende in campo soltanto quattordici volte segnando un gol e, dopo la retrocessione, torna nel Belpaese sposando la causa della Lazio.
- Alberto ZAPATER
Ha un talento innato, tanto da convincere il tecnico della prima squadra, Victor Muñoz, a lanciarlo titolare quando ha appena diciannove anni. Si muove a centrocampo, mostrando doti da trequartista e da incontrista. Il carattere e la versatilità lo rendono un elemento inamovibile dall’undici titolare, tanto da vestire la fascia da capitano quando manca l’esperto Cuartero. Incappa nella stagione storta degli aragonesi e rimane anche dopo la retrocessione in Segunda Division. Nel 2009, però, viene ceduto al Genoa e dopo il giro d’Europa fra Sporting Lisbona e Lokomotiv Mosca, torna a La Romareda sette anni dopo, dove la sua carriera dura tuttora, nonostante le trentasette primavera.
- Diego Alberto MILITO
El Principe approda al Real Saragozza nel 2005 dove gioca già il fratello Gabi. L’attaccante argentino è stato ceduto dal Genoa dopo la retrocessione a tavolino in Serie C1 del Grifone comminata dalla giustizia sportiva. Diego continua a fare quel che ha già fatto con il Racing Avellaneda e con i rossoblù: segna in continuazione. Nel 2006-07 si laurea vice-capocannoniere della Liga con ventitré gol, secondo soltanto a Ruud van Nistelrooy e le sue reti sono decisive per la qualificazione in Coppa UEFA. Seppur nasca una buona intesa con Ricardo Oliveira in attacco, producendo complessivamente trentatré reti, neanche Milito riesce ad evitare la retrocessione. A fine stagione lascia La Romareda per tornare al Genoa dopo una lunghissima trattativa che ha visto i liguri battere l’agguerrita concorrenza del Tottenham Hotspur.
- SERGIO Fernandez Gonzalez
Approda al Real Saragozza quando sta per compiere trent’anni. Sergio è un difensore esperto che ha vestito i colori di Sporting Gijon e Celta Vigo, collezionando oltre duecento partite in Liga. Nel suo biennio a La Romareda si fa chiamare in causa per oltre cinquanta volte, segnando una rete. Lascia i Blanquillos proprio dopo la retrocessione per trasferirsi all’Osasuna, dove vive gli ultimi anni della sua carriera ad alto livello.
- Jesus Maria CHUS HERRERO
È un difensore che viene chiamato in causa in nove occasioni durante la stagione. Veste i panni del “tappabuchi”, senza mai riuscire ad avere un ruolo da titolare, almeno fino alla retrocessione in Segunda Division. Saluta il Real Saragozza dopo aver conquistato la promozione nella massima categoria per sposare la causa del Cartagena, dove rimarrà per tre stagioni.
- Javier LOPEZ VALLEJO
L’estremo difensore cresciuto nell’Osasuna, ha vissuto da protagonista l’ascesa del Villarreal all’Olimpo dei grandi e, dopo la stagione al Recreativo Huelva, nel 2007 dice sì alla proposta aragonese. Tuttavia, deve accontentarsi di far da dodicesimo al titolare Cesar Sanchez, almeno per il campionato in corso. Difatti, fra i cadetti riconquista i galloni da titolare, dando un cospicuo contributo alla causa del Real Saragozza. Resta fino al gennaio 2010, visto l’arrivo di Carrizo fra i pali che lo convince al trasferimento in Grecia al Levadeiakos. Conclude la sua carriera l’anno successivo fra i pali del Kavala.
- RAUL GONI Bayo
Fa l’esordio tra i professionisti proprio durante la stagione in corso, mettendo assieme due gettoni. Tuttavia, il suo impiego è limitato nel tempo e dai numerosi infortuni che ne costellano la carriera. Infatti, decide di appendere gli scarpini al chiodo a soli ventotto anni.
- Oscar VALERO
I 185 minuti accumulati durante il torneo in esame saranno gli unici della sua carriera nel massimo campionato spagnolo. Il laterale destro, infatti, trascorre tutto il resto della sua carriera nella terza serie spagnola, dove unisce in particolar modo il suo nome al Guijuelo, dove gioca per quattro stagioni.