Quando esploderanno? Trenta calciatori che stiamo ancora aspettando!
Il talento è come un fuoco che arde: da una scintilla, taluni divampano in un incendio, altri sono costanti, mentre alcuni si rivelano tanto veloci ad ardere, così come nello spegnersi. Nel calcio, l’inclinazione a saperci fare con il pallone non sempre porta a risultati garantiti senza la “collaborazione” di altri fattori trasversali: la pressione, le aspettative, le scelte tattiche o i rapporti con gli allenatori. Senza dimenticarsi della fortuna. Forse la variabile più bohemien fra quelle appena citate.
Nel calcio moderno, il rischio di essere schiacciati dalla pressione è altissimo per la spiccata esposizione mediatica alla quale vengono sottoposti i “nuovi Tizio o Caio” del momento. Ma questa può essere solo una variabile in più. D’altronde, nel cuore del periodo nostalgico a noi più caro – quello dal 1990 al 2006 – ci sono stati diversi potenziali fenomeni inespressi per i motivi più disparati.
Oggi abbiamo deciso di passare in rassegna trenta calciatori – nati non oltre il 1988 – che non sono stati in grado di rispondere alla nostra domanda: «Ma quando esploderanno?». Ecco il nostro personalissimo campionario, in attesa di ricevere i nomi dei vostri pupilli dispersisi nei meandri degli almanacchi.
Giacomo BANCHELLI
Toscano di Vinci, cresciuto nel vivaio della Fiorentina, Banchelli è considerato il miglior prodotto del settore giovanile della Viola a fine anni ’80, tant’è che l’esordio in prima squadra arriva a soli sedici anni. I primi passi nel calcio dei grandi sono tuttavia timidi, trovando continuità in prestito ad Alessandria, dove diciannovenne segna ben dodici reti in Serie C. Il ritorno alla casa madre lo vede protagonista coi Viola prima in Cadetteria e poi in Serie A, ma senza mai trovare i galloni da titolare. Continuerà la carriera in giro per l’Italia, con esperienze con poche marcature a Cagliari, Udinese e Atalanta prima di girare il Belpaese nelle serie minori.
Emanuele BERRETTONI
Sven-Göran Eriksson nota le gesta di Berrettoni nel settore giovanile delle Aquile, aggregandolo costantemente alla prima squadra. Tra i grandi fatica a ritagliarsi spazio, trovando una presenza in campionato e quarantacinque minuti in Champions League, contro lo Sparta Praga nel 2000-01. Decide di ripartire da Perugia, senza mai entrare nel tabellino dei marcatori in campionato, ma trovando un gol vitale in finale di Coppa Intertoto, contro il Wolfsburg, che diede il titolo ai Grifoni. Dopo i fasti umbri arrivano le chiamate di Catania, Crotone, Napoli, SPAL e Grosseto prima di accasarsi al Bassano Virtus, dove farà le cose migliori della sua carriera.
Hector Fabian CARINI
In Uruguay ne erano certi: Carini sarà il miglior portiere del mondo. Le prove al Danubio convinsero la Juventus a investire su di lui nel gennaio del 2001. L’esordio in bianconero non lo vide particolarmente reattivo, con quattro gol subito e un prestito allo Standard Liegi. Malgrado le poche, e non propriamente convincenti prove, i bianconeri riescono a inserirlo nella trattativa che portò Fabio Cannavaro sotto la Mole e l’estremo difensore nella Milano nerazzurra. Dopo le parentesi a Cagliari e Murcia farà ritorno in patria.
Fernando Ezequiel CAVENAGHI
Cavenaghi è considerato dai tifosi del River Plate come l’erede di Crespo, visti i numeri esaltanti che regala con la maglia dei Millonarios: 72 reti in 121 presenze a meno di ventun anni. I club del Vecchio Continente bussano alla porta dei Millonarios, ma il calciatore sceglie di sposare la causa dello Spartak Mosca. La difficoltà col clima gelido della Russia ed evidenti problemi di lingua ne rallentano la carriera, che vedranno in terra transalpina, al Bordeaux, un parziale riscatto, senza però mai attrarre su di sé le attenzioni dei top club europei.
Davide CHIUMIENTO
Centrocampista italo-svizzero, considerato uno dei migliori prodotti del vivaio della Juventus agli inizi del 2000, esordisce con la Vecchia Signora sia in campionato che in Champions League, senza però mai trovare più spazio in bianconero. La società torinese decide di girarlo diverse volte in prestito, dove nell’esperienza di Siena trova il suo unico gol in Serie A. Le cose migliori in carriera le fa in patria, tra le file del Lucerna.
Giacomo CIPRIANI
Prima punta classica, fisico alto e possente, entra nelle giovanili del Bologna trovando a diciannove anni l’esordio in Coppa UEFA con gol allo Zenit San Pietroburgo, dando il via a paragoni ingombranti con i grandi numeri nove italiani, soprattutto delle similitudini con Bobo Vieri, in quel momento l’attaccante principe della Nazionale azzurra. La sua storia tuttavia non terrà fede alla pesante investitura, con esperienze con pochi guizzi al Via del Mare di Lecce e nel suo ritorno a Bologna. Negli anni seguenti tante maglie vestite, tra cui Piacenza, Sampdoria, Avellino, Rimini, SPAL e Benevento.
Daniele CORVIA
Nel primo lustro del 2000 il settore giovanile della Roma è uno dei più interessanti, e Corvia ha tutte le carte in regola per esplodere con la maglia della Lupa, trovando le prime presenze e un gol in Coppa Italia coi giallorossi. Mandato a farsi le ossa alla Ternana, verrà ceduto al Siena. Nella seconda esperienza leccese ritrova la Serie A e il suo record di gol in massima serie, sei nel 2010-11. Era lecito aspettarsi qualcosa di più.
Gianluca CURCI
Cresce nella Roma, dove quasi ventunenne conquista i galloni di titolari nella stagione 2005-06. Il ruolo da numero uno durerà poco, con Spalletti che a stagione in corso gli preferisce il brasiliano Doni. Dopo due anni in panchina decide di rilanciarsi a Siena e alla Sampdoria, con tre ottime stagioni che lo rilanciano nei piani della Roma, che però non crederà mai nel ragazzo, portandolo ad una nuova girandola di esperienze tra Italia, Germania e Svezia.
Andres Nicolas D’ALESSANDRO
Diego Maradona, non proprio “amatissimo” dalla platea dei Millonarios, disse che D’Alessandro – ai tempi del River Plate – fosse il suo naturale erede, l’unico che riuscisse a divertirlo. Il suo mancino infatti conquistò le attenzioni dei club di mezzo mondo, ma il talentuoso fantasista scelse a sorpresa il Wolfsburg, malgrado offerte più prestigiose. In Germania non riuscirà mai ad imporsi, facendo scemare l’interesse verso di lui, non aumentato neanche con le maglie di Portsmouth e Real Saragozza.
Marino DEFENDI
Cresciuto nel florido vivaio dell’Atalanta, trova l’esordio in Serie A quando ha diciannove anni, trovando spazio da titolare in Serie B, sempre con la maglia della Dea. In cadetteria il suo apporto è convincente, figurando quasi sempre tra i titolari, ma il ritorno nel massimo campionato lo vide sempre meno presente nelle distinte dei nerazzurri, portando ad abbracciare la causa del Lecce, prima dei ritorni ad Atalanta e Lecce ed esperienze a Bari, Grosseto e Ternana, dov’è tutt’ora tesserato.
Ugochukwu Michael ENYINNAYA
Il 18 dicembre 1999 tutta Bari era convinta di aver trovato i suoi due attaccanti del futuro, i nuovi Osmanovski e Masinga: Cassano ed Enyinnaya. La punta nigeriana di appena diciotto anni segnò un gol incredibile da oltre quaranta metri ad Angelo Peruzzi, giocando nel complesso una gara molto convincente. Tuttavia il proseguo della sua carriera non seguì le orme dell’amico Cassano, e presto cominciò a vagare tra Livorno, Foggia, Gornik Zabrze, Lechia Zielona Gora, Odra Opole, Anziolavinio, Meda e Zagarolo.
Fabio GATTI
Ci abbiamo creduto tutti. Pensavamo, sinceramente, di aver trovato un centrocampista che avrebbe potuto dire la sua. In Serie A e, chissà, un giorno in Nazionale. Non ha neanche vent’anni quando Serse Cosmi lo getta nella mischia nell’undici titolare. All’interno del suo scacchiere, spunta una maglia numero 44 che suscita attenzioni: inizialmente sono sguardi divertiti, ma al novantesimo ci si accorge di essere al cospetto di un potenziale campioncino. Gioca un ottimo campionato nel 2001-02, tant’è che esordisce anche con gli Azzurrini. Dopo un avvio incoraggiante e un prestito alla società-satellite del Catania, torna in Umbria per vincere la Coppa Intertoto. Sembra un campione fatto, invece viene ceduto in Serie C1 al Napoli. Da titolare inamovibile, retrocede gradualmente nei gradimenti dei suoi tecnici. Qualcosa sembra essersi inceppato nel processo di crescita, tanto da finire ben presto in Prima e Seconda Divisione di Lega Pro, chiudendo la carriera a trentuno anni nel Foligno.
Yoann Miguel GOURCUFF
Dopo gli anni al Rennes, Adriano Galliani decide che il francese, paragonato per le movenze a Zidane, fosse pronto per il Milan. La gara d’esordio del girone in Champions League è da sogno, con gol annesso all’AEK Atene e la palma di migliore in campo. La Coppa dalle Grandi Orecchie alzata ad Atene nella vendetta al Liverpool è la seconda soddisfazione di una stagione che lo vedrà spesso fuori dalle rotazioni di Ancelotti. Dopo i pochi sussulti rossoneri si accaserà al Bordeaux. Forse è il carattere a rappresentare la vera arma a doppio taglio che gli preclude la possibilità di guadagnare la definitiva stima dei suoi allenatori, specie di Ancelotti che in seguito dichiarerà: «Quando gli concedevo dei minuti cercava di dimostrare tanto e alla fine risultava troppo individualista. Il giocatore è senza dubbio di grande valore, ma la sua testa è stata un problema quando era con noi».
Alessandro IANNUZZI
Cresciuto nella primavera della Lazio, si mise in mostra nella finale del campionato primavera 1994-1995 quando segnò il gol vittoria all’Olimpico su calcio di punizione contro i pari età del Perugia. La stagione seguente vide il suo battesimo nel calcio dei grandi con le Aquile, dove siglerà anche il primo timbro proprio su punizione, al Torino. La stagione seguente si accaserà al Vicenza, vincendo la Coppa Italia e figurerà anche nella rosa del Milan Campione d’Italia del 1999, seppur senza mai giocare. Il proseguo della sua carriera vedrà tante maglie e poche presenze, dove verrà ricordato soprattutto per il suo biennio al Messina.
Mohamed Coubadja KADER
Attaccante togolese dalla grande rapidità, arriva a Parma dopo la convocazione in Coppa d’Africa del 1998, senza però mai riuscire a calcare il terreno di gioco del Tardini, e finendo in prestito al Lugano nella stagione seguente. La sua carriera vedrà tante nazioni visitate: Libia, Francia e Svizzera, senza però mai riuscire a mostrare la sua decantata velocità. Per lui, almeno, la soddisfazione di partecipare al Mondiale del 2006 con il suo Togo, segnando la prima, storica rete nella manifestazione per la sua Nazionale.
Davide LANZAFAME
Scuola Juventus, nell’esperienza al Bari i rotocalchi locali lo paragonarono all’astro nascente Cristiano Ronaldo, convincendo il Palermo a puntare su di lui, ma in massima serie la rete non arriva, tornando all’ombra del San Nicola per ritrovare fiducia. L’anno al Parma lo riporta all’attenzione della Juventus, ma con la Vecchia Signora le presenze sono poche, portandolo così a girare l’Italia, l’Ungheria e la Turchia.
Alberto MALUSCI
Nativo di Pistoia, gioca otto anni a Firenze, trovando anche una buona continuità di presenze che, alla fine, diventano oltre cento, ma l’occasione che gli offre l’Olympique Marsiglia non viene colta dal difensore che presto tornerà nella terra natia senza mai trovare la continuità conquistata all’ombra dell’Artemio Franchi.
Mourad MEGHNI
Franco-algerino paragonato per tocco palla a Zidane arriva nelle giovanili del Bologna a soli sedici anni, collezionando i primi gettoni in Serie A nella stagione 2003-04 e trovando sempre più spazio nella stagione seguente. Il ritorno in patria, al Sochaux non è fortunato, come la sua esperienza alla Lazio, arrivata dopo un anno e due reti al Bologna. Girerà il Qatar, tradendo anche lì la nomea di nuovo Zidane.
Raffaele PALLADINO
Attaccante scuola Benevento, ha l’occasione della vita nel 2003, quando viene tesserato per la Juventus, con cui troverà uno scarso minutaggio, prima di esplodere alla Salernitana, in Serie B con quindici reti. In massima serie le esperienze con le maglie di Livorno, Juventus, Genoa, Parma e Crotone sono altalenanti, e senza mai troppe apparizioni nel tabellino dei marcatori.
Matteo PARO
Definito come uno dei registi del futuro del calcio italiano, era cresciuto nel vivaio della Juventus, con cui esordirà sia in campionato che in Champions League. Chiusa da una linea mediana più esperta si rilancia al Crotone, tra Serie C e B, ma il ritorno alla Juventus (in Serie B) non è dei migliori, portandolo alla definitiva cessione al Genoa, dove faticherà ad imporsi, condizionato, così come nel futuro, da numerosissimi infortuni.
Alessio PIRRI
Considerato il centrocampista del futuro a metà anni ’90, durante la sua militanza alla Cremonese, era una colonna delle nazionali italiane giovanili. Nel 1994-95 esordisce diciottenne in Serie A, trovando anche tre reti. Il passaggio alla Salernitana nella stagione seguente non riesce a mostrare le sue doti tecniche, portandolo sempre più lontano dai campi della Serie A, con esperienze alla Reggina, Reggiana, Genoa, Savoia, Padova e SPAL.
Javier Garcia PORTILLO
Dopo razzie di gol nella Masia del Real Madrid, tutti i cronisti lo etichettarono come il nuovo Raul, soprattutto perché l’esordio, con gol annesso arrivarono in Champions League al Panathinaikos. Nelle stagioni seguenti non riuscì a imporsi, costringendolo a cercare fortuna alla Fiorentina, trovando anche qui una carestia di gol, con un ruolino personale che racconta di una sola rete all’attivo prima di tante esperienze in squadre meno blasonate della penisola iberica.
Fabiano SANTACROCE
Difensore italo-brasiliano, dopo le ottime stagioni a Como e Brescia ha la grande occasione al Napoli, dove viene paragonato a Ciro Ferrara per senso della posizione e temperamento, tuttavia dopo una prima ottima stagione all’ombra del Vesuvio le sue prestazioni vengono gravemente compromesse da un infortunio al ginocchio che non riuscirà mai del tutto a smaltire, portandolo lontano dalle grandi piazze del nostro calcio.
Santiago Martin SILVA
Il 2002 è l’anno della grande favola del Chievo Verona che sta contendendo alle big del campionato un posto in Champions League e a gennaio i clivensi decidono di ingaggiare il bomber uruguaiano Santiago Silva, che tuttavia non riuscirà mai a spodestare la coppia d’oro Corradi-Marazzina malgrado un ottimo curriculum internazionale. El Tanque proverà a riscattarsi agli occhi dei tifosi italiani tornando alla Fiorentina quando le primavere sono trentuno, ma all’Artemio Franchi l’uruguaiano darà fondo all’accezione negativa del suo soprannome di Carrarmato, risultando avulso, estraneo al gioco della Viola. Lascia dopo un anno, lasciando il segno sul tabellino dei marcatori in un’unica occasione nelle dodici apparizioni che gli concedono Sinisa Mihajlovic e Delio Rossi, salutando la Toscana nel mese di gennaio per abbracciare i colori del Boca Juniors.
Giuseppe SCURTO
Difensore longilineo e rapido, scuola Roma, esordirà in A proprio coi giallorossi, mostrandosi come uno dei difensori più interessanti del calcio azzurro, confermando le sensazioni positive anche nelle stagioni al Chievo Verona, prima del passaggio al Treviso in Serie B. Diverrà uno specialista della cadetteria, con esperienze alla Triestina e alla Juve Stabia.
Alessandro SIMONETTA
Scuola Roma, reputato uno dei più promettenti attaccanti del panorama italiana, esordirà coi giallorossi in Champions League contro il Real Madrid, senza mai esordire in Serie A. Viene ceduto in prestito, nella stagione seguente, all’Arezzo, dove non riuscirà mai ad affermare il suo potenziale, costringendolo a vestire diverse casacche nelle serie minori.
Rufo Emiliano VERGA
Per i tifosi del Milan il nome di Verga rimanda subito all’etichetta di nuovo Baresi, ma con i Rossoneri le sue fortune sono poche, con poche presenze all’attivo e una girandola di prestiti tra Parma e Bologna prima della sua definitiva cessione alla Lazio. Dopo le poche presenze a Lecce, Fiorentina e Venezia deciderà di appendere gli scarpini al chiodo.
Rey VOLPATO
Scuola Padova, la Juventus crede subito in lui, ma con la maglia della Vecchia Signora conterà soltanto una presenza, in Coppa Italia, prima della cessione al Siena. In Toscana giocherà anche con Arezzo ed Empoli, senza mai convincere del tutto, iniziando così una carriera da girovago per l’Europa.