Spagna | Gruppo E | Mondiali 2022
È passato un po’ di tempo da quando la Spagna dominava il mondo del calcio, con una squadra quasi impossibile da battere per chiunque per quasi un decennio. Tra il 2008 e il 2014, la Spagna ha probabilmente perso solo due partite significative, ma la sua sua invincibilità è stata interrotta da un “Olandese volante” (Robin Van Persie) e dai suoi compagni nel 2014. Dopo la sconfitta per 1-5 contro i Paesi Bassi otto anni fa ai mondiali, la Spagna è diventata “mortale”.
Nelle qualificazioni questa volta, la Spagna ha avuto una partenza difficile, pareggiando con la Grecia prima di perdere contro la Svezia nel quarto turno. Alla fine, la Spagna è arrivata prima, quattro punti avanti alla Svezia, con Grecia, Georgia e Kosovo molto indietro. Nella Nations League di quest’anno, hanno battuto Portogallo, Svizzera e Repubblica Ceca qualificandosi alle finali.
Come gioca?
In un mondo in cui stile e tattica stanno perdendo rapidamente importanza nelle tra le nazionali, la Spagna possiede ancora qualcosa di unico. Non è il tiki-Taka del 2010, ma sembra che la maggior parte dei giocatori de La Roja, siano nati con il pallone attaccato ai piedi. Solo la Germania ha registrato più palla nelle qualificazioni, ma nessuno ha effettuato più passaggi della Spagna che, anche se si diverte a giocare corto, ha registrato la più alta percentuale di precisione nei passaggi.
A differenza della squadra del 2010, questa Spagna crossa molto, ma non riesce a convertire le numerose opportunità da gol. A dispetto del numero di passaggi e cross, toccano poco il pallone nell’area di rigore avversaria e non tirano molto. L’Olanda ad esempio nelle qualificazioni ha tirato quasi il doppio. La Spagna ha segnato solo 1,77 gol ogni 90 minuti, più o meno come Ungheria e Svizzera.
Perchè possono vincere?
La Spagna è ancora un’ottima squadra quando si tratta di controllare le partite, tenendo molto bene palla in attesa dell’errore dell’avversario. Hanno giovani calciatori in rampa di lancio, grazie alla leggendaria Masia di Barcellona che ha prodotto un’altra generazione di gemme con Gavi, Pedri e Ansu Fati. Sono giovani, ma anche senza paura. La Spagna è una squadra molto equilibrata e non concede molto.
Perchè non possono vincere?
Manca un giocatore davanti che segni. Prima c’erano David Villa e Fernando Torres, con Andres Iniesta inventava e regalava magie. Ora, è probabile che sarà il 30enne Alvaro Morata a guidare l’attacco spagnolo, e anche se è devastante quando in forma, ciò non accade spesso in nazionale. Gli capita spesso infatti di sprecare grandi occasioni da gol.
Le stelle della squadra
Della vecchia guardia, rimangono solo Sergio Busquets e Jordi Alba, e la loro esperienza può essere fondamentale per vincere. Il CT Luis Enrique potrebbe avere opzioni migliori di loro, ma resta da vedere chi tra i giovani talenti esploderà e sarà il protagonista.
I nuovi volti della squadra
Questa sarà la prima Coppa del Mondo per molti dei giovani spagnoli. La Spagna è senza dubbio la squadra con più talento, e se non li avete ancora mai visti, fate attenzione a Gavi e Pedri che tirano le file in mezzo al campo. Pedri festeggerà il suo ventesimo compleanno in Qatar ma ha già sbalordito il mondo agli Europei, mentre il diciottenne Gavi debutterà per la prima volta in un torneo importante.