Tracy McGrady – 13 punti, 35 secondi
C’è chi dice che i secondi rimanenti fossero 33 e chi sostiene 35. Una manciata di attimi poco rilevanti in una storia che di normale ha – in realtà – ben poco. La notte del 9 dicembre 2004, gli Houston Rockets di Tracy McGrady avevano bisogno di 13 punti per superare i San Antonio Spurs, quest’ultimi avanti nel punteggio per 76-68. Il fatto che lo abbiano fatto negli ultimi 35 (o 33) secondi, è un atto di poco riguardo verso il genere umano, sicuramente senza precedenti in una partita NBA. Il fatto, poi, che questi 13 punti provenissero tutti da un uomo, T-Mac, rimane uno dei grandi miracoli del ventunesimo secolo.
Per incorniciare ancora meglio quanto fatto dalla guardia dei texani, inquadriamo la situazione generale: McGrady ha registrato 13 punti in un amen, grazie a quattro bombe senza senso da oltre l’arco, insieme ad un tiro libero realizzato con cui ha completato un gioco da quattro punti. Irreale.
Quell’1.1% di possibilità di vittoria
Come piace solitamente fare agli americani, è stata successivamente stimata la probabilità che McGrady potesse effettivamente realizzare quattro triple consecutive durante una stagione in cui lo stesso T-Mac non stava viaggiando con percentuali esaltanti: ebbene, stiamo parlando di un ridicolo 1.1% di successo. Obiettivo completato.
Altri numeri di rilievo? Durante quei 35 secondi, McGrady ha registrato una media di 0.39 punti al secondo. Se gli fosse stato possibile mantenere quel ritmo nei 48 minuti regolamentari, quella sera avrebbe segnato 1.134 punti.
Aggiungiamoci il fatto che la guardia ha tirato in faccia di fronte a tutti i difensori di San Antonio, tra cui segnaliamo Bruce Bowen – uno dei migliori in circolazione ai tempi – e completiamo il ritratto del talento da parte dell’ex di Orlando.
Anche Jeff Van Gundy, (l’allora allenatore dei Rockets) ha ricordato quel finale di partita in questa maniera:
“Fino a quel momento, stavamo giocando un match orripilante”
In un tipico stile Van Gundy, non ci sono stati festeggiamenti particolari dopo la partita a causa delle scarse prestazioni della squadra.
La stagione degli Houston Rockets 2004-2005 di T-Mac e il saluto del talento
In quell’anno, Houston bene: tutti piuttosto sani e si scollinano le 50 vittorie, con annessi ringraziamenti degli psicologi di San Antonio che vedono un’impennata di pazienti dopo quel 9 dicembre 2004, tra i quali – dobbiamo ricordalo – spicca il povero Devin Brown che non si riprese mai del tutto da quella ultima sanguinosa palla persa.
Un’impresa francamente complicata anche per qualsiasi membro dell’Olimpo del basket, l’esempio tangibile di quanto sia smisurato il talento di questo ragazzo, compiuta peraltro a dispetto di una schiena che presenta sempre più crepe.
Ma poi arrivano i playoff, ed è lì che si fa sul serio: derby coi Mavericks, Rockets subito avanti 2-0, con McGrady che aggiunge anche il 2.30 Shawn Bradley alla lista dei pazienti dei suddetti psicologi piazzandogli un’affondata pazzesca in testa in gara 2.
Poi altra rimonta subita, e, nonostante un numero 1 a tratti commovente, autore del canestro che porta tutti a gara 7, il solito esito, con la gara da dentro e fuori persa addirittura di 40 punti.
T-Mac chiuse quella annata con un media complessiva di 25.7 punti, 2 rimbalzi e 5.7 assist ad allacciata di scarpa. Poi? Più nulla.
Forse, al di la della sua classe straordinaria, dei suoi movimenti di una pulizia rarissima, del suo passo felpato e un po’ sornione come il suo sguardo, eppure tremendamente efficace, la grandezza di T-Mac si può misurare proprio da questo: l’essere riuscito a entrare nei cuori di chiunque ami questo sport nonostante i risultati non certo straordinari.
Nonostante le critiche, le perplessità, le accuse. Nonostante gli infortuni, la Cina e i suoi ultimi anni al rallenty. Non è facile amare uno come Tracy, sai che rimarrai deluso, che la sua storia, per l’appunto, non finirà come avresti sperato. Eppure non puoi farne a meno. “Avete mai sbagliato una fidanzata? Io sì: LUI!”. Tranquillo Federico, sei in ottima compagnia in quanto a fidanzata sbagliata.
Eppure, anche col senno di poi, tutti farebbero di nuovo quello stesso errore. Anche solo per vivere quel giorno di diversi anni fa: 13 irreali punti, in 35 impossibili secondi.
Signore e signori, Tracy McGrady.